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Entrevista en Grazia: «Si no tengo tiempo… lo compro»

JUSTIN TIMBERLAKE: «SE NON HO TEMPO… LO COMPRO»

Nel suo ultimo film le persone hanno una data di scadenza: 25 anni. Justin Timberlake, invece, ne ha 31 e, dopo una vita da ragazzo prodigio, inizia a prendersela con calma. Soprattutto con la fidanzata Jessica Biel: «Siamo ancora giovani per sposarci.»...

Immaginate un mondo dove a 25 anni si smette di invecchiare. Poi pensate alla prima volta che avete sentito parlare di Justin Timberlake e guardatelo ora. Se c’è uno che sembra aver fermato il tempo è lui. Presentatore tv, musicista, attore, produttore musicale, filantropo, imprenditore del web: sei vite condensate in una.

Ma come è possibile che Timberlake abbia solo 31 anni? Sembrano passati secoli da quando era leader degli ‘N Sync (era il 1996), da quando strappò il reggiseno a Janet Jackson durante un Superbowl (era il 2006), secoli persino da quando assunse le sembianze dell’imprenditore digitale Sean Parker nel film The social network (invece era solo il 2010) per poi diventare investitore, davvero, in MySpace.

Ecco, adesso Timberlake arriva al cinema nei panni di Will Salas, protagonista di In time, il futuristico thriller di Andrew Niccol (quello di Gattaca e S1m0ne) ambientato in un mondo dove tutti smettono di invecchiare a 25 anni e dove il tempo per vivere di più si acquista. Se funzionasse così anche nella realtà, una cosa sarebbe certa: a quell’età Timberlake aveva già accumulato successo (e milioni) a sufficienza per spassarsela a lungo.

E, in fondo, è ciò che ha sempre fatto, anche nella vita privata: la relazione con Britney Spears, conosciuta, a 13 anni, ai tempi del Mickey Mouse House Club di Disney Channel, poi quella con Cameron Diaz, durata quattro anni, e, dal 2007, il fidanzamento con l’attrice Jessica Biel, alla quale, si dice, abbia fatto la «proposta» durante la notte di Capodanno. Ma allora si sposano o no? Cominciamo a prenderla alla larga e rimandiamo la domanda a quando avremo un po’ di confidenza.

Il messaggio di «In Time», il film in cui recita, è che tutto si può comprare, compreso il tempo?
«Come tutte le storie ambientate nel futuro cerca di farci riflettere su alcuni aspetti del nostro presente. In questo caso penso all’ossessione di mantenersi giovani, alla paura d’invecchiare. Ma in In time, dove il denaro ti permette di comprare tutto, anche il tempo, vedo una critica al sistema classista in cui solo chi nasce da una famiglia abbiente può avere un’opportunità. In fondo, non è molto diverso dal messaggio dei nuovi movimenti di coscienza come ‘Occupy Wall Street'».

Lei non è nato ricco: viene da una famiglia normale…
«Sono stato fortunato. Per avere avuto successo, ma soprattutto per avere scoperto fin da giovanissimo quali fossero le mie passioni e il mio vero talento. Non tutti lo capiscono così in fretta, anche se credo che ognuno di noi abbia un dono speciale per qualcosa. Cantando e ballando ho vinto dei talent show, sono stato scritturato nel Mickey Mouse House Club, insieme a Britney Spears, Ryan Gosling, Keri Russell e Christina Aguilera. Un bel gruppetto. Ce l’abbiamo fatta tutti».

Britney, adesso, ha dei problemi di salute…
«Le voglio un bene dell’anima e l’amerò sempre. Ha avuto tante difficoltà nella vita, è vero, ma il suo talento è fuori discussione: lo tirerà presto fuori, non ho dubbi».

Tornando a «In Time»: a lei capita mai di perdere tempo?
«Non tanto. Anzi, forse sì: negli ultimi anni ho giocato un po’ troppo a carte, a Texas hold ‘em poker. Adesso, però, mi concedo solo qualche partitella con gli amici. Credo di aver sempre investito la maggior parte dei miei giorni per raggiungere i miei obiettivi».

È ambizioso?
«Certo, non lo nego. Non sarei dove sono, senza una bella dose d’ambizione. La mia voglia di fare e – perché no? – la voglia di successo mi hanno protetto dal rischio di oziare o di fare scelte sbagliate. In time mi ha fatto capire ancora meglio in che misura il tempo e la salute siano i nostri veri lussi. Mi sembra di aver fatto parecchie cose in 31 anni e apprezzo più che mai la vita che ho».

Se potesse comprare del tempo per qualcuno, a chi lo regalerebbe?
«Ai miei genitori. E, soprattutto, ai miei nonni, che si sposarono giovanissimi, quando non avevano praticamente nulla. Eppure hanno tirato su una famiglia numerosa e bellissima, dedicandosi anima e corpo al lavoro, ai figli e ai nipoti. Vorrei poter ricambiare i loro sacrifici per dare loro degli anni per godersi la vita e i nipoti».

Quanto ha contato per lei il loro esempio?
«Non ho ho mai dimenticato da dove provengo, cioè da una famiglia di una piccola cittadina del Tennessee, dove spesso torno per vedere i miei amici. Sono come loro: mi piace la musica, il ballo, il cinema. Figlio di lavoratori sono e tale resterò. I grandi blues man hanno tutti origini umili e cantano gli aspetti più malinconici della vita. Io non faccio blues e non sono un malinconico, ma l’umiltà non mi fa difetto».

Lei canta da quando aveva dieci anni, la musica è il suo primo amore?
«Da sempre. Mi esibivo a scuola, o tentavo di farmi notare in qualche spettacolo, e la gente diceva: «Questo bambino è un mostro!». Sono cresciuto così, facendo quello che mi veniva spontaneo e sentendomi dire che ero un fenomeno. Succedeva anche a Britney Spears e, credo, anche a Michael Jackson, se è per questo.»...

Chi è il suo cantante preferito?
«Prince è il mio mito. Continua a produrre, scrivere musica e suonare perché quella è la sua vera passione. Non c’è nulla in lui che non sia autentico. Lui sì che vive nel futuro: è sempre avanti».

Lo ha mai incontrato?
«Sono stato invitato a una festa a casa sua. C’era un palcoscenico e una band che suonava. Qualcuno mi disse: «Prince vorrebbe che tu cantassi qualcosa». Ero mezzo sbronzo, emozionatissimo, ma decisi di lanciarmi in un pezzo dei Rolling Stones. Così, insieme a Prince, mi trovai a cantare Miss You. Un momento che non dimenticherò mai».

E oggi si considera più un cantante o un attore?
«Cantante e ballerino, e continuerò a esserlo fino a che le gambe reggeranno, come Gene Kelly o Fred Astaire. Però confesso che sto prendendo gusto a recitare per il cinema: mi riesce facile, credo di migliorare a ogni film, mi sento a mio agio davanti alla cinepresa. Lavorare per grandi registi, come David Fincher per The social network è paragonabile a cantare con Prince. Il suo Fight Club è uno dei film fondamentali della mia gioventù, uno di quelli che ti cambiano la vita».

L’ultimo film generazionale, forse, è proprio «The Social Network»
«È una grande riflessione su come la tecnologia abbia alterato, e forse migliorato, le nostre capacità comunicative. Facebook ha contribuito alla democratizzazione dell’informazione, è la realizzazione del «villaggio globale» ipotizzato da Marshall McLuhan… Ho frequentato poco il college, ma quand’ero lì ho studiato comunicazione».

Usa più Facebook o Twitter?
«Negli ultimi mesi, per comunicare con i miei fan, uso spesso il secondo» (ha otto milioni e 300 mila follower, lo trovate come @jtimberlake).

Quando non lavora, che cosa fa?
«Vado in moto e faccio snowboard. Ho varie Harley Davidson, sono un collezionista come George Clooney: un paio di volte siamo andati a zonzo per la California insieme. Poi seguo il calcio europeo, tifo per il Manchester United. Ho anche tre Mercedes, sono i miei «capricci» di lusso».

È vero che lei e la sua fidanzata Jessica Biel avete finalmente deciso di sposarvi?
«Sui giornali scandalistici se ne leggono tante… Quando e se decideremo di farlo, sarò io a confermarlo, magari proprio su Twitter! Per il momento vivo la mia vita privata… in privato. Non avremo 25 anni come nel film, ma Jessica e io siamo ancora giovani, in fin dei conti. C’è tempo per tutto. E se non ce ne fosse, vorrà dire che me ne comprerò un po'».

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